The art of misunderstanding
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Questo blog è un esperimento per soddisfare il mio appetito di scrittura e potermi nel tempo ri-legge col fine di ottenere delle risposte alle famose domande:

Chi? Cosa? Dove? Quando?

Gennaio, ciò che lascio, ciò che trovo


- Un giorno, ragazza, non so quando, ce ne andremo in quel posto dove vogliamo veramente andare a cammineremo nel sole, ma fino ad allora, i vagabondi, come noi, sono nati per correre -

Bruce Springsteen


Bentrovati e Benarrivati .

Sò che questa email arriva un pò tardi, che il 2018 è iniziato da giorni e che molti di voi hanno ripreso a pieno ritmo le proprie attività.
Ma ricevere degli Auguri fa sempre piacere, in qualsiasi periodo e momento, quindi non posso fare a meno di iniziare quest’articolo porgendovi i miei più sinceri e sorridenti

¡ ¡ AUGURI DI BUON ANNO! !

Come ogni mese, pubblico un post dedicato al mese che entra.
Per il mese di Gennaio ho scelto di scrivere in maniera personale, poiché questo mese mi coinvolge personalmente.


Gennaio è il mese che apre le porte del nuovo anno, il che lo rende un mese di passaggio e di trasformazioni.


La fine dell'anno 2017 è stata per me una data decisiva.
Le vacanze di Natale le ho trascorse in Sicilia, sia per rivedere amici e qualche parente, che per chiudere un affare rimasto in sospeso da mesi: l'ultima fase del trasloco in Svizzera.

Per favorire l'ingresso di nuove opportunità, bisogna accettare di lasciare andare qualcosa

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Nei brevi ma intensi giorni in Sicilia, non sono mancante difficoltà ed incomprensioni che mi hanno aiutata a capire che per lasciare un luogo bisogna arrivare ai limiti. Ai limiti dell’accettabile, ai limiti delle forze, ai limiti del comprensibile.
L'ultima fase del trasloco non ha riguardato solamente gli oggetti rimasti quanto la realizzazione che la mia vita è cambiata.
Probabilmente se avessi potuto scegliere i tempi e i modi di questo cambiamento, tutto sarebbe avvenuto in maniera diversa, più scandita e coordinata. Ma non siamo completamente padroni della nostra vita, le scelte della famiglia capita che entrano in collisione con le nostre, generando uragani. 
Per anni, ed ancora ora, giro qua e là come una trottola, inscatolando i frammenti della mia vita passata. Oggetti che sono come dei fossili, apparentemente sembrano pietre senza valore, ma per me segnano anni e momenti della mia vita: le collezioni di bicchieri rubate ai bar, i diari segreti, i vestiti folk che non metterei più, la raccolta di mappe Lonely Planet, i libri universitari,..

Ammesso che una parte della mia storia rimarrà in delle scatole, in questo viaggio vi era una missione superiore che non poteva più essere rimandata: liberare quella casa non mia, dalle mie scatole, entro e non oltre il 31 dicembre 2017.
In 4 giorni io e Stathis abbiamo svuotato la camera dei ricordi: alcuni sono andati persi, altri regalati, altri spediti ed altri non sono mai stati ritrovati.

Ciò che mi ha aiutata ad accettare che era arrivato il momento di staccarmi da alcuni ricordi e di lasciare degli oggetti a me cari (seppur starebbero benissimo nella nuova casa in Svizzera), è stata la realizzazione che ormai è giunto il momento di far posto a qualcosa di nuovo.

C’è un bellissimo detto hippy che provo sempre a tenere a mente quando mi trasferisco:
“Tutto ciò che serve nella vita deve entrare nel bagagliaio dell’auto”.
Non so quanti bagagliai avrò riempito in questi giorni, probabilmente tanti! Forse per questo motivo nella mia vita continuo a trasferirmi, così da imparare a lasciare andare.

I giorni in Sicilia si sono rivelati l’ultima fase di un lungo trasloco fisico ed emotivo: dalla Sicilia alla Svizzera

Nella Primavera del 2016, a bordo della famosa Freccia del Sud, che dal più remoto dei paesi siciliani raggiunge in circa 20 ore il nord Italia, io, Stathis e Selly (il cane), salutavamo la Sicilia per iniziare una nuova vita in Svizzera.
Durante i lunghi e trascorsi mesi tra le montagne svizzere, ho sempre percepito dentro me un attaccamento a quella che era la mia vita sull'isola, come se un filo mi tenesse legata ed io sarei stata pronta a tornare indietro, a riprendere quella vita da dove l’avevo lasciata, in qualunque momento.
Dopo circa due anni, faccio ritorno Sicilia e capisco che era giunto il momento di tagliare quel filo.
Come ho capito che era arrivato quel momento?
Come ho capito di essere pronta?
L'ho capito seguendo l'ombra del sole.

Ultima fase: la ricerca dell’ombra

In Sicilia in estate, l’ombra è qualcosa che si cerca come l’acqua nel deserto; ma la mia visita è avvenuta in inverno, quando il sole non è forte e ciò che i siciliani temono non è il caldo ma la fredda umidità.
Quando ho messo piede ad Agrigento con mio grande stupore tutto era esattamente uguale:
alla guida del bus il solito autista, i negozi, i volti delle persone, persino le insegne Si Vende / Si Affitta, tutto come l’avevo lasciato.  
Ma c'era qualcosa che non ho ritrovato, lungo le strade trafficate di auto, tra le traverse e i vicoli deserti del centro storico, non ho ritrovato la mia ombra.
Per la prima volta ho sentito che non c’è più nulla di mio o forse non c’era mai stato.

Ho amato tanto la mia seconda vita in Sicilia, dopo i 5 anni universitari trascorsi a Firenze, quando vi ritornai a vivere, ricordo che tutti mi davano della matta a trasferirmi in quell'isola che pullula di disoccupazione e disorganizzazione. Eppure tra quel caos, tra quelle pietre di tufo abbandonate, tra i vicoli coi palazzi decadenti, ho ritrovato me stessa, ho rafforzato il mio Spirito ed il mio amore con la persona che oggi è mio marito. Ho sognato, ho sognato tanto in Sicilia. Attorno a quel cemento buttato qua e là, tra le infinite e vergini colline distese al sole, c'è un mare che non potrai mai capire. Ed infine i siciliani, la gente più buona ed odiosa del mondo: alcuni stupidi tanto stupidi, ma sinceri, ed altri che puoi descrivere solo con un sorriso, perchè hanno la sensibilità di capirti anche quando non parli.


Io sono nato in Sicilia e lì l’uomo nasce isola nell’isola e rimane tale fino alla morte, anche vivendo lontano dall’aspra terra natìa circondata dal mare immenso e geloso.
Luigi Pirandello

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Nuove avventure

Ma non è tutto, la fine dell'anno 2017 non ha segnato solo la fine del capitolo Sicilia ma anche quella del capitolo Lucerna. Un capitolo che forse non ho mai iniziato a scrivere, perché troppo attaccata alla mia isola o forse perché l’impatto climatico e culturale mi ha congelata in un silenzio dal quale solo di recente sembro sciogliermi.
Sono felice di anticiparvi con grande entusiasmo che esattamente 2 anni dopo il mio arrivo a Lucerna, mi trasferisco nuovamente!

Questa volta però farò meno chilometri, il clima come la lingua rimarrà freddo, freddo e tedesco. A cambiare sarà la città e le sue dimensioni.

La mia prossima e nuova residenza sarà Zurigo.